Cos'è
Venerdì 11 ottobre alle ore 18 Trame di Quartiere, la rassegna culturale della Biblioteca civica Lidia Beccaria Rolfi, ospiterà la presentazione del libro "45 milioni di antifascisti. Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il ventennio" di Gianni Oliva.
Dialogherà con l’autore Paolo Calvino, scrittore e divulgatore.
L’evento è stato organizzato in collaborazione con “Verso Ventotene. Storie di donne e uomini antifascisti”, su proposta della Associazione Ratatoj aps Saluzzo in collaborazione con Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea della Provincia di Cuneo; ANPPIA Cuneo – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti; INDIRE – Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa; Comitato Arci Cuneo Asti aps, Sindacato CGIL – Confederazione Generale Italiana del Lavoro; ANPI Provinciale Cuneo- Associazione Nazionale Partigiani d’Italia; Fondazione Nuto Revelli Cuneo.
“In Italia sino al 25 luglio c’erano 45 milioni di fascisti; dal giorno dopo 45 milioni di antifascisti. Ma non mi risulta che l’Italia abbia 90 milioni di abitanti”. Questa frase velenosa, attribuita a Winston Churchill, fotografa il trasformismo del paese, come scrive lo storico Gianni Oliva, uno dei maggiori studiosi della Storia d’Italia del Novecento, che in questo libro approfondisce con ricchezza di documentazione gli anni che vanno dalla dittatura fascista al periodo della guerra, della Resistenza e del dopo Resistenza. Il fascismo è stato certamente un regime dittatoriale che ha tenuto il paese cucito insieme con il filo di ferro della repressione… e la lotta partigiana ha avuto per protagonista la parte migliore del paese, è stata la palestra che ha formato politicamente la nuova Italia. Certamente sostiene Oliva la Resistenza non è stata però l’esperienza di tutti gli Italiani, una esperienza di massa, e ha convissuto con una realtà di segno opposto, la Repubblica di Salò.
Oliva vuole guardare alla Storia senza cadere nei due estremi opposti: esaltazione o rimozione, dato che i fatti storici non vanno né celebrati, né demonizzati, né taciuti ma ricostruiti e compresi. L’autore dedica alcuni capitoli al dicibile del passato e all’indicibile: dicibile è, in sintesi, l’antifascismo del Ventennio, è l’8 settembre, momento di mobilitazione volontaria e atto di nascita della nuova patria democratica, dicibile è il ruolo militare delle formazioni partigiane e anche la loro politicizzazione, incunaboli dei partiti antifascisti.