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Case della Memoria saluzzesi

Ufficio collegato: Ufficio cultura

Il Comune di Saluzzo aderisce in qualità di Socio ordinario all’Associazione nazionale Case della Memoria (con sede presso Palazzo Datini, via Ser Lapo Mazzei 41-43 – Prato) con il museo Casa natale di Silvio Pellico, con il museo Casa Cavassa (quale casa della memoria di Francesco Cavassa e di Emanuele Tapparelli d’Azeglio) ed infine con Villa Belvedere già Villa Radicati (quale casa della memoria di Augusto e AnnaMaria Radicati di Marmorito).

La Casa natale di Silvio Pellico, inaugurata nel 2011 nel corso delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ospita cimeli e riproduzioni di manoscritti pellichiani, donati in gran parte dalla sorella dello scrittore nel 1858 (gli originali sono conservati presso la Biblioteca storica a pochi metri dalla casa museo): nel piccolo appartamento del primo piano, lo scrittore e patriota Silvio Pellico nacque il 25 giugno 1789 e trascorse i primi anni d’infanzia, serbando per tutta la vita un ricordo affettuoso e grato della città natale, luogo letterario della memoria felice e degli affetti.

Casa Cavassa, originariamente dimora di Galeazzo e Francesco Cavassa, vicari generali del marchese di Saluzzo, è considerata uno degli esempi più belli di dimora nobiliare di epoca rinascimentale del Piemonte.

Trasformato in museo alla fine dell’Ottocento dal marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio, nipote di Massimo D’Azeglio, attualmente propone la visita di 15 sale ricche di collezioni d’arte, tra le quali la tavola dipinta raffigurante la Madonna della Misericordia (1500), opera del pittore di origini fiamminghe Hans Clemer.

 

Villa Belvedere è nota anche come Villa Radicati, dal nome dell’ultima famiglia nobile che l’ha posseduta, i Radicati di Marmorito. La fondazione dell’edificio risale all’inizio del 1300: originariamente l’edificio doveva essere una torre di segnalazione, mentre tra il 1400 e il 1500 i marchesi utilizzarono la villa come casina di caccia. I Radicati di Marmorito acquistarono la proprietà all’inizio del 1700 e la mantennero pressoché inalterata fino al 1977, anno in cui fu ceduta per testamento della Contessa Anna Maria Radicati al Comune di Saluzzo, completa di arredi, dipinti, stampe e porcellane, documenti personali e più di 1.000 volumi dalla vasta biblioteca privata del padre Augusto Radicati (1879-1939), capitano di vascello presso la Marina Militare Italiana e primo comandante della nave Amerigo Vespucci. L’edificio è splendidamente contornato da un grande parco, in cui fa ancora oggi bella mostra di sé il pozzo dal caratteristico tetto a “scandole”, tegole maiolicate e colorate.

Ultima modifica: 28 Ottobre 2023 alle 15:07
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